Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina

 

Roma.
Repubblica.
Venite!

Così recitava il telegramma che Goffredo Mameli, giovanissimo ma già eroico patriota, inviava la mattina del 9 febbraio a colui che considerava il suo mentore, il modello al quale ispirarsi: Giuseppe Mazzini.
Egli, Mameli, si trovava a Roma già da qualche mese, e il 21 gennaio aveva già assistito a un evento considerabile allora fuori dal comune: l’elezione di un’assemblea costituente, a Roma, eletta a suffragio universale!
Il 9 febbraio, tuttavia, si era andati davvero oltre ogni aspettativa. La Costituente romana, dopo una lunga discussione, una complicata gestazione, aveva trovato un accordo: si dichiarava decaduto una volta e per sempre il potere temporale dei Papi, che governavano Roma da circa mille anni, e si proclamava ufficialmente e solennemente Roma Repubblica.

Ecco perché quel telegramma, così scarno ma carico di significato, aspettative, speranze!
La Repubblica Romana doveva costituire il primo, importante, anzi fondamentale passo verso la realizzazione dell’ideale mazzianiano di un’Italia unita e repubblicana. Da Roma si sarebbe dovuto mettere in atto un processo che avrebbe coinvolto, uno per volta, tutti gli stati preunitari, a partire dalla Toscana.
Le cose andranno diversamente, lo sappiamo; la Repubblica Romana cadrà, dopo una strenua resistenza, sotto i colpi dei cugini d’oltralpe francesi. Mameli morirà dopo una lunga agonia a Roma e lì riposa tutt’oggi nel Mausoleo Ossario Garibaldino. Garibaldi, Mazzini dovranno aspettare più di un decennio ancora per vedere concretizzata l’unità del Paese, e neanche come speravano nelle vesti di un regime repubblicano e democratico!

In ogni caso, i semi gettati in quell’occasione, lungo le Mura gianicolensi e non solo, porteranno frutto, a cento anni di distanza ma porteranno frutto.
La Costituzione romana, promulgata nonostante l’ingresso dei francesi a Roma, agli inizi di luglio del ’49, vive ancora nelle lettere dei dodici articoli fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, la nostra Costituzione.

Si avveravano gli auspici di Mazzini che, il 5 luglio del 1849, in una lettera ai cittadini di Roma scriveva:

«La forza brutale ha sottomesso la vostra città; ma non mutato o scemato i vostri diritti. La repubblica romana vive eterna, inviolabile nel suffragio dei liberi che la proclamarono, nella adesione spontanea di tutti gli elementi dello Stato, nella fede dei popoli che hanno ammirato la lunga nostra difesa, nel sangue dei martiri che caddero sotto le nostre mura per essa. […] Brevi sono i sogni della violenza, e infallibile il trionfo d'un popolo che spera, combatte e soffre per la Giustizia e per la santissima Libertà».

Alla fine, il popolo che ha sperato, combattuto, sofferto, passando anche per la Resistenza, si è guadagnato Giustizia e Libertà.

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Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina

Indirizzo

Largo di Porta San Pancrazio, 0

Orari

Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina
Informazioni

060608 (tutti i giorni 09.00 - 19.00)

Biglietti

Dom, Sab

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