t> Musei di Roma -

Intervista a Emanuela Eleonora Di Stefano

A cura di Lucia Aldinucci

Emanuela Eleonora Di Stefano è un'artista poliedrica dotata di una elegante sensibilità. Abbiamo realizzato una breve intervista per conoscerla meglio.

In quale momento ha scoperto la propria inclinazione artistica e dove si è formata?
Talune attitudini credo siano innate, ogni individuo nasce con il proprio talento, qualche volta la vita porta su vie traverse, altre rende possibile il proseguimento alla realizzazione di un percorso.
Inizialmente da autodidatta ho potuto comprendere dove volevo andare, per poi raffinare le tecniche attraverso lo studio, che realmente non termina mai.
 
Cosa è stato per lei avere come "maestro" suo zio?
Mio zio  è stato anche un papà, un amico, un confidente, un educatore ai sentimenti,  porto con me la sua eredità colma di valori umani oltre che creativi, quindi posso affermare con grande gioia che è stato un “maestro” a tutto tondo, un valore aggiunto alla mia vita. Senza di lui, oggi non sarei la stessa persona.  
 
Si definisce un'artista poliedrica, con molte passioni; se tuttavia dovesse fare una scelta radicale cosa preferirebbe essere: una pittrice, una scultrice, una poetessa, una fotografa o cosa altro ancora?
Oserei dire che se non potessi svolgere tutte le attività creative sopra elencate, cambierei radicalmente occupazione poiché sono strettamente legate una all’altra e dover fare a meno di una soltanto sarebbe come rimanere divisa a metà.
Pertanto proverei ad esprimermi in un ambiente dedicato alla natura.   
 
Formazione, studio, lavoro e doti innate si uniscono all'unisono per creare un'artista. Quanto tempo passa dall'idea alla creazione delle sue opere, qualsiasi esse siano?
Non esiste un tempo ben delineato, molto sovente alcune creazioni rimangono incompiute poiché seguono uno stato d’animo.
Vengono poi rielaborate e successivamente terminate, in base alla spinta emotiva del momento.
 
Che significato ha per lei il sociale?
Ho fatto del sociale la mia ragione di vita, non c’è nulla che io compia, che non sia in qualche modo verso alla collettività in termini di condivisione.
D'altronde i creativi quelli “veri” desiderano porgere un messaggio e se il fruitore ha abbastanza capacità di guardare oltre, riesce anche a cogliere le piccole sfumature.   
 
Cosa è per lei la curiosità?
Potrei definirla la componente salina di ogni individuo, senza saremmo caratterizzati da involuzioni  cerebrali “sterili”.  
 
In che cosa vorrebbe ancora sperimentarsi?
Il canto sarebbe una ventata di innovazione per me, apparentemente estroversa, ma in realtà posseggo quel pizzico di timidezza che non mi permette di “stonare” davanti a tutti.
Mi accontento tuttavia di cantare sotto la doccia ah ah ah ah  
 
 
Ha qualche sogno nel cassetto?
Ne ho molti, ma uno in particolare legato all’amore più grande della mia vita, mia madre.
Se fosse possibile vorrei trovarmi tra le sue braccia un ultima volta per sentirmi la sua bambina come quando era in vita.   
 
Cosa vorrebbe dire ai giovani che stanno iniziando a fare i primi passi nel mondo artistico?
Sicuramente rivolgerei loro le stesse parole che mi vennero dette da mio zio, quando nessuno credeva in me…
Qualsiasi cosa vi accingete a compiere perseguitela con passione e determinazione, rispettando il più nobile dei vostri ideali.

 

Pubblicità

© 2021 - 2025 - Computer Innovation School s.r.l.
P.I. 09051891001
Via dei Marrucini, 56 - 00185 Roma
Website: www.cischool.it
Mail: info@cischool.it